Io penzo che c’avrebbimo raggione

da repubblica.it:

l’otto per cento dei nostri laureati non è in grado di utilizzare pienamente la scrittura. Anzi, peggio: 21 laureati su 100 non vanno oltre il livello minimo di decifrazione di un testo. Cioè, se proprio va bene riescono a far partire la lavastoviglie leggendo le istruzioni, oppure intuiscono le controindicazioni dell’aspirina.

(il resto)

Tanto per spiegarlo a chi non ci crede … questo è quanto era nel libro di mio figlio (oggi in terza media):

  • …si fingono surfisti in pose statutarie.
  • Come sono felice che sei venuta”.
  • È possibile che non riesci ad andare d’accordo con nessuno?
  • Ma se non sapevo neanche che c’eri!”.

Se poi vi racconto che le frasi sono tratte da brani di Federico Moccia (No, dico, Moccia!!), assurto al pari di un Manzoni qualsiasi…. tutto torna, no? D’altronde oramai è giunta all’insegnamento la prima generazione di capre, diplomate e laureate dopo il fallimento della scuola italiana. Emigrare, subito! Emigrare, subito! Emigrare, subito! Emigrare, subito! Emigrare, subito! Emigrare, subito! Emigrare, subito!